a che servono questi quattrini
San Ferdinando, Napoli, dal 26 dicembre al 6 gennaio
Regia di Andrea Renzi su testo di Armando Curcio ci avviamo a seguire questo testo quasi del tutto concentrato su Giovanni Esposito, in scena come Edoardo Parascandolo, filosofo, manipolatore, affabulatore.
Si incontrano spesso personaggi del genere, molto forbiti, aguzzi nell’ingegno che cercano prede molto semplici, di umile intelletto, di cultura elementare da trasformare in creature modificate. Le ripetizioni di aneddoti di filosofi quali Socrate, Platone, Diogene, di teorie direi classiche o comunque al limite con il misticismo, sono divertenti e ossessive.
L’ottuso Vincenzino (Valerio Santoro), si bea di tante attenzioni, scambia il vampirismo per premura e reitera le chiacchiere dell’amico.
Alla fine è tutta una questione di danaro, che manca, che arriva con un’inaspettata eredità, che sparisce, che di fatto è cartamoneta falsa.
La scena serratissima, molto dialogo, come sfondo un muro mal intonacato, un tavolo e qualche sedia.
La semplicità è abbastanza sottolineata da una serpeggiante disperazione. Ciascuno cerca di ricavare soldi da intrecci, intrighi, sentieri tortuosi.
Nasce anche un amore, giocoso, fanciullesco, tra Vincenzino e Rachelina (Chiara Baffi).
La fine non è scontata. Tutti, tranne il ragazzone bonaccione, sanno che si tratta di una rappresentazione sulla vacuità del danaro. Inutile per la felicità. Soprattutto quando è poco.
vera vita gioia