l’onore perduto di katharina blum

Al Mercadante di Napoli dal 12 al 17 novembre 2019, regia Franco Però, adattamento Letizia Russo.
Due ore di pura felicità, forse perchè siamo presi da una grande nostalgia della bella letteratura degli anni ’70, quando nella fantasia dell’autore si annidava, non molto celatamente, un certo vigore di denuncia, di narrazione della storia contemporanea, che restera’ contemporanea in ogni tempo.
Il sentire analitico di Katharina, donna apparentemente semplice, ma di fatto natura complessa, arguta ed intelligente, è un fluire di sdegno, etica, buoni sentimenti e coraggio.
Una donna sola, che contrasta il fiume di fango che le si riversa contro, per un suo errore d’amore.
Una voglia avida di trovare il colpevole a tutti costi dove non c’è impregna sia l’esponente a capo dell’investigazione che la squallida stampa, nelle vesti di un giornalista assetato di narcisistica celebrità.
una donna, la Bloom, di ogni tempo, vittima di incursioni sessiste e di svilimenti sessisti.
Una apparente facile preda, innocua, da manipolare mediaticamente per catturare l’attenzione di un pubblico facile e superficiale, che, allora come ora, si nutre di argomenti pruriginosi e scandalistici per colmare vuoti di senso, di profondità, di vera consapevolezza.
Dai nomi bizzarri come fake news o post truth, la falsa notizia, utilizzata per convogliare orientamenti politici, consumistici, comportamentali, etici, è la vera protagonista della storia, oltre naturalmente ad una forte sottolineatura di genere, che, di fatto, nelle vesti maschili o femminili, viene imbrattata dalla volgarità.
La tenuta di Katharina è alta, si difende uccidendo il giornalista responsabile.
Boll racconta, narrando, un fatto di cronaca del suo tempo, con pietas e con forza e ci avverte che questa deriva non era certamente appena iniziata e che non sarebbe terminata in alcun modo.
oppore resistenza, ingaggiare per sempre la propria lotta privata e collettiva.

vera vita gioia

Gioia

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