Tempo di Oscar, tempo di Berlinale, tempo di elezioni, tempo di riflessioni. Il documentario “fuocoammare” di Gianfranco Rosi, uscito in Italia nel 2016, ha vinto nel 2016 l’orso d’oro alla Berlinale come miglior film e quest’anno è candidato come documentario agli oscar il 26 febbraio 2017, tra pochi giorni. In svariati momenti si era pensato che fosse candidato come film, ma critiche, anche interne, lo hanno fatto scivolare verso la sezione “documentari” in cui se la deve contendere con “il caso di o.j. Simpson” super favorito. Comunque un bel successo per il film di Rosi, che ci ha segnato per la sua crudezza e delicatezza al contempo. E’ e resterà una denuncia verso una certa ottusità di destre xenofobe europee e non. Dovremo aver a che fare con questo tema finchè vivranno le prossime due o tre generazioni.
http://www.ilpost.it/2017/02/19/documentari-oscar-fuocoammare/
Aki Kaurismaki, regista finlandese, realizza già nel 2011 “miracolo a le Havre”, film che parla della storia di Idrissa, un ragazzino africano che viene aiutato a le Havre da un anziano signore ad imbarcarsi clandestinamente per l’Inghilterra dove raggiungerà la madre. Ora con “the other side of hope” racconta un altro avventuroso arrivo di profughi a Tornio, città a nord della Finlandia e si sofferma sulla storia di un particolare personaggio. Kaurismaki è fantastico, racconta come se fosse un fatto surreale qualunque storia del dramma umano, ci trascina con quella calma placida, quasi atarattica, in una dolorosa partecipazione empatica e ci lascia più maturi.
http://www.ilpost.it/2017/02/19/berlinale-cinema-premi/
E proprio sui migranti, e su tutte le fumose interrogazioni dei parlamenti nazionali ed europei, dovremmo capirci di più e più a fondo, soprattuto perchè la politica si fa le unghie su questo tema e ci lascia con volgari populismi tra capo e collo, in cui moriremo soffocati se non ne assumiamo coscienza.
http://www.ilpost.it/2017/01/28/manuale-guerra-in-siria/
Il 15 marzo in Olanda ci saranno le elezioni in cui Geert Wilders avrebbe un vantaggio nei “sondaggi”, per non parlare poi della Francia in cui Marine Le Pen il 23 aprile potrebbe anche farcela. Siamo tra le grinfie dell’ignoranza di massa più incredibile degli ultimi decenni e in Italia ci siamo permessi di votare “NO” al referendum, per lasciare campo libero alle pulsioni isteriche di vecchi signori del potere come Bersani, D’Alema ed il famoso comico Beppe Grillo, che, con una manciata di giovanotti assetati di poltrone molto comode, hanno sbranato la seppur barcollante ed ancora un pò immatura ventata Renzi, che tentava e spero ritenterà di mettere in corsia liberal democratica una nazione assaltata da iene.
20/2/2017