Dal teatro grande di Pompei al teatro palladiano olimpico di Vicenza fino al tatro stabile Mercadante di Napoli, dal 9 al 20 gennaio 2019, abbiamo visto passare un Edipo re di Sofocle affrontato dalla forza sconvolgente di Bob Wilson.
Artista visivo, dal suo watermill center di long island, crea e diffonde il suo linguaggio che non perdona distrazioni.
Difficile la concentrazione sul lavoro sofocleo, di cui conosciamo la storia straziante.
Un pubblico ipnotizzato e a tratti contrariato per la quasi impenetrabilità del racconto. Le 5 lingue usate dai protagonisti che diventano pura musica, i corpi che si librano in danze esistenziali eleganti,
le sonorità, la lentezza, tutto ci consente di restare meditativi, intrattenuti da poche parole e pochi versi, che riassumono l’essenza che raggiunge anche chi si ostina a restare intrappolato in un’ortodossia testuale.
Siamo nel mondo delle immagini. Un set di un video d’arte come Bob Wilson o Bill Viola, con le dovute differenze, sanno fare. Non bisogna comprendere in modo accademico, è impresa vana, bisogna cogliere, avendo già chiara la narrazione.
Necessario stare comodi, non in un palco, ma in platea, al centro e con occhi sgranati. Ascoltare i lunghi monolghi in greco, tedesco, inglese, framncese, italiano e farsi prendere da quest’europeismo d’autore, senza banalità o ipocrisie politologiche.
Un deciso invito a sentirsi immersi nei millenni del mondo, nella sua grande saggezza che sibila verità. Verità che non si odono perchè calati nell’inganno dell’interpretazione, del pregiudizio. Vedere e non vedere. Negare evidenze. Restare sordi agli avvertimenti per pura arroganza. Questi i veri conflitti dell’uomo, tra sè e sè e tra sè e gli altri.
E da questo il dolore, generato dalla eterna distrazione, dal non voler cogliere i segnali e restare quindi in un’eterna ignoranza che diventa poi la bruttezza del mondo, il suo poco, la sua paralisi.
Siamo qui con Sofocle e Bob che tracciano insieme, come due amici che si capiscono, un progetto simbolo per chi vuole superare la soglia.
Da tempo, quindi, si racconta che l’uomo è cieco.
vera vita gioia