Il 7 maggio, bellissima domenica di maggio. Bisogna avere passione per la politica, che non è solo una sequenza di fatti razionali ed opportunistici, ma anche, e molto, un sentimento.
Parliamo di emozioni, che naturalmente potrebbero rivelare il loro volto ingannevole, che potrebbero trascinare come un film con una bella trama ed un’ottima fotografia.
Il discorso di insediamento di Matteo Renzi bis è davvero giusto, oltre che entusiasmante. Mi sembra che la politica, dall’assenza di lui in poi si sia svuotata, si sia inceppata, si sia resa indecifrabile. C’è stato un assalto incredibile di tutti quelli che, rosicando, stavano ad aspettare, lividi, dietro un uscio socchiuso, per poter spalancare la porta, entrare, anzi, fare irruzione e dire nulla.
L’Italia si è ancora una volta rivelata. Invidiosa, volgare, inconcludente. Parlo di una parte, naturalmente, perchè poi la parte buona è rimasta in attesa, anzi nella resistenza. La prima occasione e, zacchete, siamo ritornati in sella. Si dice resilienza.
Ma non è finita qua, e come il bravo Renzi dice, più o meno, siamo caduti, ci siamo rialzati, ci faranno altri sgambetti, resisteremo e ci risolleveremo. E’ così, sempre, per chi crede, per chi ci crede in quello che sente, sogna, studia, immagina, desidera.
La nostra medesima esistenza va così, anche in quei momenti buissimi, dove tutto si mette di traverso, entri nella profondità di te stesso, costruisci, ti carichi, trovi in quella immersione tutti gli elementi in cui non hai capito, non ti hanno capito, sei stato fragile e appena appare quel piccolo fioco raggio di luce, man mano riemergi, assai più forte e degno e comprendi che in quella competizione tu non ci stai, perchè hai già vinto, la solidità ha vinto, la vera pietas ha vinto, il tuo destino ha vinto, che è migliore della patetica guerriglia che ti ha ferito prima, in un altro tempo, che, sicuramente, almeno così brutto, non sarà mai più.
Le stupide chiacchiere su Macron, che pena. Uomo delle banche, compagna troppo adulta, strane storie di ambiguità.
Ma l’unmanesimo dov’è. L’illuminismo dov’è. La lezione della rivoluzione francese, e non solo, dov’è.
E’ giovane, carino, ha studiato, è riflessivo, ha avuto coraggio e sta al centro. Sì sta al centro. In politica si sta al centro.
Ne suo discorso la parte più bella, anzi le parole migliori, audacia e , ci faremo apprezzare in modo da evitare gli estremi/smi.
Con Macron c’è solo Macron. Purtroppo con Renzi ci sono anche Orlando ed Emiliano, zavorre.
Macron è solo ed ha tutta la Francia con sè. Parla di Europa e sa che lo scetticismo sta aumentando. Ma un sentimento forte di unione, di fratellanza, di uguaglianza esiste ed è vero. Che passi dalle banche, dal capitale, dagli algoritmi.
Noi umani esistiamo e siamo orientati in quel modo, è naturale. Sarebbe innaturale altro.
Vediamo senza umanesimo che cosa succede in Usa, in Turchia, in Siria, in Congo e molto altro. E non è con la paura e con eurofobia, o mondofobia, che si risolve.
Dovremmo,anzi, eliminare i passaporti e circolare con un sorriso in ogni latitudine. Trovare un pezzetto di terra e coltivarla con gli amici che incontriamo. Leggere bei libri e guardare buon cinema.
E dare una mano ai politici generosi, che non vogliono comandare, ma sentono l’urgenza di comunicare e darsi da fare per gli altri. E se in questo, a volte si fanno o si devono fare compromessi, non terribili, va benissimo.
Il bene ed il male sono due posizioni nette, ma bisogna studiare bene per capire la loro sostanza.
8/5/2017
http://www.internazionale.it/opinione/laurent-joffrin/2017/05/08/debito-macron-francesi